Giovedì, 2 aprile.
Il racconto di Matteo è pervaso da un senso di speranza. Inizia un nuovo tempo, il tempo della vittoria dell’amore sulla morte, il tempo in cui Gesù, il Signore vivente, viene per incontrare gli uomini e le donne che cercano di dare un senso alla loro vita. Matteo ci aveva già preparati con il racconto della donna che aveva versato il profumo sul capo di Gesù.
– E fu sepolto (27,57-61). Giuseppe d’Arimatea sembra fare tutto da solo. Venne… si presento… chiese…avvolse… fece rotolare…se ne andò… .Tutto è nel segno della ricchezza: un uomo ricco, una sindone genuina di autentico lino, il sepolcro nuovo scavato nella roccia, cosa possibile solo ai ricchi. Probabilmente il riferimento è a Is 53,9: “con il ricco fu il mio tumolo”.
“Fece rotolare una grande pietra sulla porta del sepolcro e se ne andò”. E’ una frase di chiusura agghiacciante: mette un punto fermo e basta. Solo l’amore può far continuare il racconto. Ci sono alcun donne sedute di fronte alla tomba. Prima pero …
– La tomba fu sigillata (27,62-66). Era necessario che fossero degne di fede sia la morte che la sepoltura (lo diciamo nel credo) e la resurrezione di Gesù. Dal momento che il sepolcro è sigillato e vigilato, non è possibile alcun inganno. Trovato vuoto, è chiaro in maniera sicura e indiscutibile che Cristo è risorto.
I gran sacerdoti e i farisei che sempre avevano accusato Gesù di non osservare il sabato, lo violano recandosi addirittura in un casa pagana (Pilato). Pur essendo Gesù morto e sepolto, non si sentivano tranquilli: “il terzo giorno” dava loro fastidio. I sigillo dicono che vogliono incatenare la parola di Gesù. “E’ stato risuscitato”: chiamano in causa Dio, un’ulteriore sfida,e Dio risponde risuscitando Gesù.
– La pietra fu rotolata via (28,1-10). Matteo vuole farci capire che quanto avviene è opera di Dio, come al Calvario. Anche qui c’è una manifestazione di Dio e questa avviene di notte.
Le donne, che al momento della sepoltura di Gesù si trovavano vicino al sepolcro, il giorno di sabato rimasero in città, osservando la festa solenne di Pasqua. Ma la sera di sabato, quando iniziava il primo giorno della settimana, verso le quattro della sera, quando già luccicavano le prime stelle, le donne si recano al sepolcro. Era usanza presso i Giudei, vegliare la tomba di una persona amata fino al terzo giorno dopo la morte, per assicurarsi che la sepoltura non fosse stata prematura. Le donne vanno senza aromi, semplicemente per vedere il sepolcro, perché sono in attesa che si compia la parola di Gesù. E così furono testimoni – il fatto avviene in diretta – dell’agire divino. Grande terremoto, notte, angelo sfolgorante del Signore: come nella notte dell’Esodo, per vincere definitivamente i nemici. La pietra viene ribaltata perché si veda che il sepolcro è vuoto. L’angelo seduto sopra la pietra fa di questa pietra un trono e il segno della vittoria di Dio.
La pietra che chiudeva la tomba, segno del potere implacabile della orte, è rimossa e viene proclamato che la morte è vinta, non è più l’ultima realtà. L’angelo s’impone anche alle guardie, che si misero a tremare e divennero come morte, incapaci di compiere il loro dovere, perfettamente inutili.
Il messaggero rinfranca le donne e attesta di conoscere la loro ricerca: cercavano Gesù, il crocifisso, è risorto. Inizia per le donne il faticoso cammino della fede, ricordando le parole di Gesù e, constatando il suo compimento, comprendono la tomba vuota. In loro nasce la fede e contemporaneamente la forza per la missione di annunciare che “Dio lo ha risuscitato dai morti”. Sono inviate a quelli che, pur chiamati e inviati (apostoli), erano fuggiti e ora, impauriti, sono rinchiusi.
Nel momento in cui si accoglie l’annuncio, inizia la missione: farsi portatore dell’annuncio ad altri (“mandate”). Ecc che mentre stanno compiendo questa missione, avviene l’incontro con Gesù, che va loro incontro, e, quasi a ringraziarle, conferma quanto ha detto l’angelo. Loro si avvicinano A Gesù, gli stringono i piedi, cadono a terra in adorazione, constatando che è vivente, esprimendogli il loro affetto fedele. Poi il comando di andare in Galilea: ricostruire la comunità.
Anche per noi, accolto l’annunzio, inizia una vita nuova con la missione di portare nell’oggi della storia il grande messaggio: “è risorto”. Gesù ci precede.