Il perdono colora di divino la nostra speranza

La nostra vita di amore: “con tutto il cuore, l’anima, la mente, le forze...”, ci domanda di andare oltre la giustizia, alla riconciliazione e al perdono. Questa è la testimonianza più difficile, perché, per Dio, nessuno è mai perduto per sempre e nuovi inizi non solo sono possibili, ma è l’esperienza che tutti siamo chiamati a vivere. Lo diciamo nel Padre nostro: “rimetti a noi i nostri debiti…”, cioè, di nuovo, ancora, un’altra volta. Ri = nessuno rinasce e rimane innocente, ma tutti lo diventeremo. La nostra vita va di inizio in inizio. L’innocenza non è qualcosa che si conserva, ma qualcosa che conquisteremo continuamente attraverso il perdono.

Quante volte dobbiamo perdonare? Settanta volte sette. Sette è il numero della pienezza, dieci è il numero dell’infinito. Quindi la misura del perdono è: “pienezza moltiplicata per la pienezza, moltiplicata per l’infinito”, cioè senza misura (Mt 18,25-35).

   Facciamo la verifica della nostra misericordia. Noi perdoniamo, ma in un angolo della nostra memoria conserviamo un po’ di rancore, diventiamo diffidenti, non ci fidiamo più come prima. Spesso, pensando di essere a posto e aspettando la gratificazione degli altri, quando non arriva, rimane in noi un rancore, un’insoddisfazione. Tante volte sembriamo perdonare, ma conserviamo le offese come munizioni pronte per le prossima contesa.

   Guardiamo per imparare, lo stile di Gesù nel manifestare il perdono:

  1. Indifferenza totale verso il passato fallimentare e peccaminoso delle persone.
  2. Scuse, giustificazioni, attenuanti (“non sanno quello che fanno…”).
  3. Scommessa sul futuro della persona (“d’ora in avanti…”).

Gesù non banalizza le colpe, ma riapre il futuro. Il possibile è più importante dell’esistente. Per rivelare la speranza, sono gli aspetti positivi della persona che rivelano la verità: quello che può diventare. Nel giudizio universale Dio ci chiederà conto di quanto bene abbiamo compiuto (mi hai consolato, mi hai visitato, sei venuto a trovarmi…). Perdonare allora è far ripartire la persona, come fa Dio con noi, verso il futuro. Dio continuamente ci offre possibilità nuove. Questo dovrebbe essere lo stile del nostro perdono, allora i nostri gesti si coloreranno di divino. Viviamo in noi l’esperienza del perdono di Dio, per diventare un po’ alla volta, anche noi capaci di fare altrettanto.