TESTIMONI DELLA VERA SPERANZA 08 – LA SPERANZA ILLUMINA LA NOSTRA PREGHIERA

Nel nostro dialogo con Dio è sempre da verificare il volto di Dio presente nei nostri pensieri: corrisponde a quello che Cristo ci ha rivelato? (I discepoli di Emmaus passano dalla tristezza, dal sentirsi dire: “stolti e tardi di cuore” all’innammorarsi del vero volto di
Dio: “non ci ardeva il cuore” e a pregare “resta con noi”).

Nella preghiera partiamo sempre dalla nostra situazione di vita e dalle provocazioni che la Parola di Dio suscita in noi. Non dobbiamo aver fretta, quando il nostro modo di vivere è sollecitato a nuovi orientamenti e a scelte di conversione. Cristo è paziente, rispetta i nostri tempi, ascolta le nostre inquietudini. La preghiera è parlare con Dio di tutto questo.

Dio non solo ci ascolta, ma, se siamo attenti, ci risponde e ci dona quella risposta giusta alle nostre inquietudini.

Le riflessioni sull’educazione alla speranza hanno suscitato diversi interrogativi. Ci accorgiamo che è difficile educare alla verità, non giudicare, non aver paura… Come genitori, oltre alle difficoltà educative collegate con la nostra storia, c’è il problema della testimonianza di vita che deve fare i conti con le nostre fragilità umane. L’interrogativo: come vivere la nostra missione di genitori?

Cominciamo allora a dialogare con Dio di quello che stiamo vivendo. Subito forse presenteremo le lamentele per le difficoltà che stiamo incontrando, magari ripercorrendo la nostra storia (se quella volta avessi… se in quell’occasione…). Probabilmente emergerà non la gioia della vita, ma il suo grigiore, le preoccupazioni, la tristezza. Tutto questo è importante, necessario nel nostro dialogo con Dio, ma se ci fermiamo qui, a questi “se”, non stiamo veramente pregando.

Domani sera continueremo: Come passare dal “se” al “sì”. Mandate, il più presto possibile, le vostre riflessioni.

Invito i ragazzi delle medie a disegnare un momento del racconto dei Discepoli di Emmaus e inviarlo alle loro catechiste. Lo pubblicheremo nei prossimi incontri.