CONVERTIRSI È GIRARSI VERSO LA LUCE – Mc 1,14-20

Parrocchia di Fontane
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CONVERTIRSI È GIRARSI VERSO LA LUCE – Mc 1,14-20
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Vangelo

4Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: 15«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».Chiamata dei primi quattro discepoli

16Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito, lasciate le reti, lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. 20Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.

Commento

Giovanni esce di scena. “Dopo che Giovanni fu arrestato” (tradito – consegnato): parole che annunciano quello che accadrà a Gesù. Poi, in poche righe, Marco ci presenta un incalzare di avvenimenti: Giovanni arrestato, Gesù che ne prende il testimone, la Parola che non si lascia imprigionare, Gesù che cammina, e poi strade, lago, barche, pescatori …

Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio. Gesù, come raggiunto da una forza misteriosa, non solo lascia la casa, la famiglia, ma anche, sembra, una regione, la Giudea. La Giudea era il cuore della vita di Israele: il centro delle tradizioni era Gerusalemme con il suo tempio, la presenza dei sacerdoti per il culto, i farisei e i sadducei per l’interpretazione della “Legge”. Gesù aveva passato un po’ di tempo nei luoghi attorno al Mar Morto, luoghi che ricordavano, con i vari santuari, i momenti significativi della storia del popolo d’Israele.

Gesù ora, tornando in Galilea, si stacca decisamente dal modo di vivere dei vari gruppi religiosi lì presenti, soprattutto da quelli che avevano accolto la predicazione di Giovanni Battista. Giovanni invitava alla conversione per prepararsi all’imminente giudizio di Dio. Il pentimento e il battesimo erano il segno di questo cammino di preparazione.

Gesù inoltre sceglie uno stile di vita nuovo, profondamente diverso da prima. Una vita di perenne insicurezza e instabilità: un profeta in continuo cammino. La sua casa è la strada.

La predicazione di Gesù è subito un invito a vivere un tempo di gioia. La salvezza, e con essa, la remissione dei peccati, viene offerta a tutti, indipendentemente dai meriti di ciascuno. Chiede di essere accolto con fiducia, non di prepararsi rigorosamente. La prima risposta infatti è la fede. Dopo aver accolto con fede l’annuncio della buona novella, viene il cammino di conversione. Gesù infatti, a differenza del carattere ascetico e severo della predicazione di Giovanni, invita a vivere un tempo di gioia. Il suo è il tempo della misericordia, non della severità di Dio; quello della gioia, non del timore; della festa, non della penitenza. 

C’è dunque una bella notizia che inizia a correre per la Galilea ed è questa: il tempo è compiuto, il Regno di Dio è qui. Nasce e viene alla luce il Regno di Dio. Gesù non spiega cos’è il Regno, lo mostra con il suo agire: libera, guarisce, perdona, toglie le barriere, ridona pienezza di relazione a tutti. Il Regno è guarigione dal male di vivere, fioritura della vita in tutte le sue forme. Mentre camminava, Gesù proclamava il Vangelo di Dio: Dio è come una bella notizia. L’esperienza gioiosa dell’avvento del Regno mette in secondo ordine tutto il resto. E’ con la fede che si accoglie l’annuncio di Gesù e si diventa suoi discepoli. L’invito è vivere subito il Regno di Dio, in quanto con la persona di Gesù, il Regno di Dio è già presente.

Convertirsi. La conversione che Gesù domanda è profondamente diversa da quella di Giovanni, che domandava un rispetto assoluto e un’osservanza rigorosa della legge. Gesù domanda che già fin d’ora si viva l’etica del Regno di Dio: essere una comunità che vive nel mondo, ma non è del mondo, perché vive secondo regole che non sono quelle del mondo, perché l’accoglienza del Regno le ha radicalmente superate. La conversione è un vero capovolgimento di mentalità. E’ essere otri nuovi che accolgono il vino nuovo. Possiamo immaginare la conversione come il moto del girasole, che alza la corolla ogni mattina all’arrivo del sole, che si muove verso la luce. Gesù sembra dire: giratevi verso di me, perché la luce è già qui. E’ possibile la felicità, la costruzione di un mondo nuovo, e io ne conosco il segreto. La conversione allora non è un’esigenza morale, ma un accorgersi che si è sbagliato strada, che la felicità è altrove.

Potremmo interrogarci sul nostro modo di intendere la conversione: è come quella proposta da Giovanni Battista o come quella proposta da Gesù? Cerchiamo di non dare troppo frettolosamente la risposta. 

Credere nel Vangelo. Buttatevi dentro, immergetevi la vita, e da essa fate emergere le scelte. Ogni mattina, al risveglio devo fare memoria di questa bella notizia: Dio è più vicino oggi di ieri, è all’opera nel mondo, lo sta trasformando. Inizio la giornata non con gli occhi bassi fissi sui problemi da affrontare, ma sollevandoli verso la luce, verso il Signore che mi dice: sono con te, non ti lascio più, ti voglio bene.

La chiamata. Nel racconto emerge che l’iniziativa è totalmente di Gesù, un suo appello gratuito. Gesù cammina senza fretta e senza ansia, cammina dentro la vita quotidiana, guarda e chiama quattro pescatori ad andare con Lui. La chiamata comporta uno sradicarsi, un distacco. C’è un’urgenza di risposta (subito”). Il discepolo è chiamato a seguire Gesù: non una dottrina, ma una persona, con il suo modo di vivere. 

Vi farò pescatori di uomini. Questa è la prospettiva per il futuro: pescatori di umanità, del bello che ogni persona porta nel cuore. La tirerete fuori dall’oscurità, come un neonato dalle acque materne, la tirerete fuori da quel mondo che è senza ossigeno, la porterete dalla vita sommersa alla vita nel sole. Dio guarda anche dentro di noi e, in quello che sembra solo inverno, vede il grano che sta germinando, intuisce una generosità che non sapevamo di avere, vede un tesoro sepolto.

I quattro pescatori seguono Gesù, perché sentono che di Lui si possono fidare. La sequela non è mai uno stare fermi, ma un camminare, un uscire da se stessi verso la missione. Anche a ciascuno di noi Gesù dice: segui me. La nostra risposta è affidarsi a Lui che precede anche la nostra missione e ci accompagna.