CHIESA FONDATA SULLA “PIETRA ANGOLARE”, CRISTO GESÙ MORTO E RISORTO (Mt 26 – 28)

Mercoledì 25 marzo

Gesù ci viene presentato come destinatario non solo di una missione di salvezza, ma di una missione, che, vissuta nella fedeltà a Dio, diventa sorgente di vita per sé e per gli altri: sarà risuscitato, darà la vita in riscatto per molti, sarà la pietra angolare di un nuovo edificio; la vigna, il regno sarà dato ad altri: ci sarà cioè un nuovo popolo di Dio.

I produttori di morte (sacerdoti e capi del popolo) e i produttori di vita agiscono simultaneamente, ma non in sintonia tra di loro. Anzi, l’agire dei primi è menzogna, inganno, non verità, peccato; l’agire dei secondi invece è verità e vita.

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Gesù dice ai discepoli quello che avverrà durante la Pasqua.

I capi del popolo, i gran sacerdoti non vogliono che ciò avvenga durante la festa: c’è troppa gente a Gerusalemme. Gesù, però, annunziando quanto avverrà durante la Pasqua, fa capire che è Lui il padrone degli avvenimenti che stanno per accadere, che tutto si realizzerà secondo la sua parola, quasi fosse proprio Lui a permettere all’antagonista di agire.

Leggendo il racconto della passione siamo invitati a fissare lo sguardo su Gesù, cosciente di quanto sta per avvenire.

Voi sapete che fra due giorni è pasqua”. Il rito della Pasqua era quasi un fermare il tempo, un fare memoria della liberazione dall’Egitto: dalla morte alla vita. Gesù fa capire che il tempo non si ferma: quella festa di Pasqua non sarà una semplice commemorazione della vita, ma produrrà morte. La festa antica è solo una preparazione di una pasqua assai più perfetta, quella che celebra la definitiva salvezza e che si compie in Gesù.

Il sinedrio vuole evitare che la festa sia morte, che essi però cercano con tutte le forze. (Se questo si realizzasse, l’evento Gesù non potrebbe essere interpretato come Pasqua, che così continuerebbe ad essere pura ripetizione del passato).

Se la Pasqua è davvero un passaggio, la resurrezione non può mancare, perché “Pasqua” significa vita. La ripetizione della pasqua ebraica quell’anno produrrà morte, perderà il suo senso, ma con la resurrezione di Gesù raggiungerà il suo compimento che è libertà e vita perfetta in Dio.

Seguiamo Gesù in questa Via della croce come discepoli, come comunità: é nel suo modo di comportarsi, vissuto oggi da noi, che continua la Storia della salvezza. Quello che fanno gli uomini è peccato, quello che si compie in Gesù è un vero Vangelo, un vero annuncio di salvezza.

Ascoltiamo i suggerimenti dello Spirito Santo, per vivere insieme con Gesù la Pasqua di quest’anno. Potrebbe essere cosa buona, comunicarci qualche importante suggerimento. Cosa vuol dire per noi oggi: non fermare il tempo? Cosa vuol dire: celebrare una Pasqua più perfetta?